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Look up in the sky, it’s a bird, it’s a plane / It’s the funk Doctor Spock smokin’ Buddha on a train / How high? So high that I can kiss the sky. Immaginate di fare un tiro da una canna e di lasciar uscire una nuvola di fumo. In quel momento sembra che le labbra si muovano come per dare un bacio, un bacio diretto al cielo. Un passatempo conosciuto da tutti i fumatori, un gioco che prosegue nel tentativo di plasmare quelle nuvole mentre la fattanza avanza. In How High, però, le nuvole di marijuana sono così spesse da offuscare qualsiasi cosa, rendendo tutto vago e indefinito, inclusi i volti dei due rapper le cui liriche scivolano sul beat narrando le fantasie più stonate. Al di là della cortina di fumo, How High è la prima fortunata collaborazione tra due pesi massimi della scena rap newyorchese, Method Man e Redman, ed è considerata uno degli stoner rap più conosciuti e amati della cultura hip hop.

Il pezzo originale viene pubblicato nel 1995 come parte della colonna sonora del documentario The Show; il remix realizzato da Erick Sermon, invece, è stato incluso nella colonna sonora dell’omonimo film, uscito nel 2001, con i due rapper nel ruolo dei protagonisti. A differenza di altri artisti della scena quali Curren$y o Wiz Khalifa, Meth and Red non hanno incentrato la loro carriera musicale esclusivamente sulla marijuana. Entrambi emergono dalla scena East Coast anni ‘90, cresciuti all’interno di leggendarie crew: Meth, la rockstar dei Wu-Tang Clan, e Redman, il loquace “funk doctor” del New Jersey, parte dell’entourage degli EPMD, e successivamente della Def Squad. Le acrobazie linguistiche, i giochi di parole e lo stile dei due rapper si integrano alla perfezione: Redman è un maestro di cerimonia capace di giocare e coinvolgere il pubblico con il suo caratteristico call’ n’ response e di lasciarlo a bocca aperta con un flow tagliente, uno storytelling selvaggio e punchline da lasciare il segno; Method Man manda la folla in visibilio non appena gira la visiera del berretto e inizia a rappare, con quella voce unica, rauca, profonda, e con un flow tanto hardcore quanto complesso.

Nel 1999 pubblicano insieme l’album Blackout (al cui interno ci sono alcuni classici quali Da Rockwilder, Tear it Off e Run 4 Cover) e dieci anni dopo, il secondo capitolo della saga. L’alchimia tra i due MC emerge grazie a uno stile di vita, una passione comune, quella per l’erba. Da ciò, in primis, deriva la loro sintonia creativa che ha reso il percorso artistico divertente ma, al tempo stesso, efficace, proficuo e profittevole, come racconta Method Man parlando di How High: Abbiamo creato prima il ritornello, How High? High enough to kiss the sky, non solo, How sick? So sick that you can suck my dick. Dopodiché, Red ha tirato fuori questa rima, Look up in the sky, it’s a bird, it’s a plane / Recognize Johnny Blaze, ain’t a damn thing changed – Guarda in alto nel cielo, è un uccello, è un aereo / Riconosci Johnny Blaze, non è cambiato un cazzo. Abbiamo iniziato per gioco ma, formulato il ritornello, abbiamo composto di getto l’intera canzone.

Method Man e Redman stanno collaborando con BlazeNow, una app per individuare dispensari grazie a un sistema di geolocalizzazione che facilita le comunicazioni con i consumatori, individua società di consegna ed eventuali medici. Lo stesso Redman, le cui rime pro-weed ben conosciamo, ha approfondito lo studio sull’uso della cannabis, Sono un consulente medico autorizzato. Posso aprire un dispensario sotto il mio nome. Ho ottenuto la laurea e tutto il resto. Ho preso la questione sul serio poiché volevo sapere che cazzo mi fossi fumato in tutti questi anni. Ambasciatori, imprenditori e educatori pro cannabis, negli Stati Uniti i rapper stanno diventando uno degli elementi nevralgici del movimento pro-legalizzazione.

Ogni movimento ha bisogno di buona musica per garantire la diffusione del proprio messaggio a nuovi adepti. Fortunatamente, quando si parla di legalizzazione della cannabis la buona musica non sembra proprio esser un problema…