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Le rivoluzioni di Assata Shakur

Ultrasuoni Madrina politica di Tupac, l’attivista Usa è diventata la grande icona del rap più militante. Tra le più ricercate dall’Fbi, aveva trovato asilo a Cuba dal 1984. «L’hip hop è un’arma»

Assata Shakur, militante del Black Panther Party e combattente del Black Liberation Army – è stata la fuggitiva più ricercata d’America fino al giorno della sua morte, lo scorso 25 settembre. Per l’Fbi era la «most wanted terrorist»; per la stampa mainstream l’«anima del Bla», il Black Liberation Army, appunto, l’Esercito di liberazione nero. Ma per l’America black era una rivoluzionaria.

Questa incolmabile distanza di visione esplode per la prima volta su vinile quando Chuck D dei Public Enemy sceglie l’atto più diretto di sfida, rappando il suo sostegno su un beat: «recorded and ordered – supporter of Chesimard». [Leggi l’articolo su ALIAS: Le rivoluzioni di Assata Shakur | il manifesto]